LA PERLA, IL PIRATA, IL MARE
poesia by: Maurizio Ricci
@MaurizioRicciOF
Perché crudele è il destino
contro i sogni d’amore?
Perché muore una farfalla
prima di posarsi sul fiore?
Dove vivono le terre nascoste
al riparo dei sognatori?
O Dama, spiegami
o Dama, perché?
Libera a stento un canto
tu, perla d’incanto
che sul manto del mare
come giovane cavaliera
fiera vai verso l’Oriente.
E libera nell’aria un canto,
libera nell’aria a stento un pianto.
O prigioniera dell’infinito
che nell’infinito tu compari.
Ondeggio io nei venti di notte
pur di non perderti,
con la luna nera
con la luna nera.
E lo so, lo vedi nel silenzio il viso
che lasci dietro indifferente
fingendoti sirena dormiente.
E trascinata dalla corrente
odi il lamento che il mare rifiuta.
O perla del mare,
afferra la corda
e liberati dalle fredde ed increspate onde,
a poche notti dalle ultime sponde,
libera il desiderio
al veliero
che su di sé porta un pirata
innamorato del maestrale e delle notti insonni.
Insonni, ancora
e ripeto, insonni.
O perla d’incanto
il cuor mio copre il tuo come un guanto
ed il mare e il male
scalfiscono senza pudore
solo il mio battito.
E vivo di cuor tuo.
Vivo dei tuoi battiti
rimbombanti tra i muti suoni di una perduta terra.
Tum-tum
Tum-tum
Tum-tum.
Sogno da questa prua, non una terra d’oro
ma una via libera per noi:
creature di mare senza orientamento.
E tu, mia perla, non porterai pensiero e rancore
alla stella dei sette pianeti,
all’abisso dal verde colore,
al sole che parla del fratello grande
e per l’imbestialita bestia
che ancora non vuoi lasciare. No!
Perché crudele è il destino
contro i sogni d’amore?
Perché muore una farfalla
prima di posarsi sul fiore?
Dove vivono le terre emerse
ai tempi del Signore?
O Dama, spiegami
o Dama, perché?
Dunque che faccio fermo
al centro di quest’acqua scura,
lontano dalle spalle
di quella luna nera?
Libero a stento un canto
io, pirata senza meta,
o perla d’incanto.
Tu che prigioniera sei del mare
e di questo fai prigioniero anche me.
Riconosci l’alba dell’orizzonte?
Son le mie vele che fanno luce
per farti vivere ancora.
E ripeto, vivere
ancora.
E sono io, lo stesso che su quel veliero
diventa la notte per te
l’indifferente puntino nero.
Forse mi guardi di riflesso nella luna
ed io mi perdo sempre in questa luna nera,
mi perdo sempre.
Si sprecano mari,
O Dama.
Ormai,
vita scorri via.
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