LETTERA DAL 2016
poesia by: Maurizio Ricci
@MaurizioRicciOF
Quest’anno, miei cari che verrete,
sappiate fu l’anno della rivoluzione.
Oggi è settembre che vi scrive
mentre dalla finestra la Puglia è pioggia.
Sono le 17:17 del 18 settembre 2016
i tagliagole non tagliano più le strade di Francia
e Roma in Giubileo ha terrore solo del suo eterno.
Dalla Siria la vita scappa insieme alla morte
ed una bomba lancia i bimbi nel Mediterraneo.
L’estate ha messo contro due treni all’improvviso
e nel centro nostalgico degli ulivi oggi è pioggia.
L’estate ha messo per terra il centro di questa Italia
che ancora non si solleva e non raccoglie la sua pioggia.
La rete meschina fa più vittime di un golpe in Turchia
e le anime deboli si tolgono la vita con un foulard.
Si diffonde sempre più vigliacca la notizia,
e a voi, miei cari che verrete, auguro messaggi migliori.
L’estate ha portato me ad un amore
e l’amore ha tolto me l’estate. La luce in questa stanza
sembra volersene andare
e dove vai luce, in America a farti ammazzare?
Non vedi me, luce, che Verso la Poesia del Romanzo
trovai la felicità in una Donna
e lasciai il segreto nascosto nel nome di quell’amore
nostalgico al ricordo? Una Romansìa di cui mi pento a dire il vero!
Ormai sono anni che la Bibbia non parla più di noi
ed un uomo dalle Alpi porta dalla stessa una rivoluzione.
Dal Regno delle Due Sicilie si alza lenta la bandiera bianca
e qualcuno sta ritornando ad essere il suo padrone.
Tutti voi conoscerete il destino del mondo
alcuni di noi ancora non conoscono il proprio.
E ancora non sappiamo cos’è la morte e cos’è la vita.
Piccoli focolai e grandi parole
che se fosse il contrario io nemmeno vi scriverei.
Ancora non si riesce a dare un nome a Dio;
ancora non si riesce a dare un nome alla nostra maschera.
L’amore è come questa Puglia in pioggia:
quando c’è il sole il tacco illumina i templi;
quando ci sono le nuvole grigie il tacco diventa fango.
Parlo a colei che si è arresa dinanzi ad uno sciocco come me,
a lei che pur dandole l’Universo ha scelto il silenzio.
Ecco un monito, miei cari che verrete:
scegliete l’amore e parlate come fanno gli animali tra di loro.
Oggi è settembre che vi scrive
e son quasi le 18, e la pioggia forse sta finendo…
io non sento più i tuoni.
Voi dalle vostre stanze sentite i tuoni? Ascoltiamo.
Fra 3 mesi sarà quasi Natale e, sapete,
io vorrei tornare a quello passato
che non ricordo più…
Chissà l’autunno e l’inverno cosa avranno ancora da dire
a questo rivoluzionario 2016.
Sarà sublime per voi sapere che io non so in questo momento
ciò che voi sapete e chiamate Storia. Quel che ne sarà tra poco
di me e di quello che mi circonda lo sapete voi, non io,
non chi è nel 2016. Mi sento vivo nel vostro presente
eppure non è passato che qualche minuto. Ma per qualche minuto
io dono a voi la “nostalgica eternità”.
Un consiglio, miei cari:
non attendete nulla, ché presto arriva tutto.
Godetevi il vostro anno, il vostro momento; le vostre passioni
ed i vostri sogni inseguiteli, non aspettateli, ché son loro
che vi aspettano.
Io attendo l’anno nuovo che presto arriverà
come attendo il ritorno di lei.
Mi godo il bello e le bellezze della vita
inseguendo le passioni e i sogni
che se mi stanno aspettando è bene
altrimenti me ne trovo altri, cari miei!
E lei è ancora bella e bellezza
ma la vita, ascoltatemi bene,
ne è infinitamente piena!
Date tempo al tempo,
amore all’amore;
tempo all’amore
ed amore al tempo.
E l’eternità sarete voi oggi.
Maurizio Ricci
Scrivo principalmente in italiano ma a volte mi diletto nel fantastico mondo della lingua spagnola.
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