Spotlight On Writers
Maria Pia Dell’Omo
translated by: Vincenzo “DaVinci”
- Where, do you hail from?
Credo da Napoli.
La “perennemente spalancata”, come la chiamo in una mia poesia, Monumenti anatomici.
È li che sono nata, nel 1987.
La considero una sorta di benedizione quella di essere nata in una città così riccamente contraddittoria e spietatamente bella. Crudelmente materna, se posso azzardare. Non ci ho vissuto davvero mai: sono sempre stata di passaggio sul suo corpo disteso di sirena (il nome antico di Napoli, “Parthenope”, è quello di una leggendaria sirena, morta per amore), cambiando più volte città tra la Campania e la Puglia.
Un non-luogo che mi ha dato i natali “spirituali” credo sia stato invece il silenzio, che è stato il più grande maestro nella mia infanzia. Mi indicava col dito le meraviglie del mondo e me le sussurrava agli occhi e, dato che non sapevo dire quelle cose che mi raccontava, le scrivevo.
From Naples, I believe.
The “perpetually-wide-open”* , as I name it in one of my poems, “Monumenti anatomici” (Anatomical monuments).
I was born there in 1987. I think it is a kind of bliss, being born in such a richly contradictory and ruthlessly beautiful city. If I am allowed to say it, cruelly maternal. I never lived there, but I always walked over her lying mermaid body (the old name of Naples, “Parthenope”, comes from a legendary mermaid who died for love), moving between Campania and Puglia.
However, I think that my soul was born in the Silence, a non-place that was my greatest childhood teacher. He was pointing his fingers to the wonders of the world, showing them to me, whispering them to my eyes . But I was not able to speak out loud the wonders he was telling me, therefore I started writing them.
* Otherwhise: (a) everopen/evergaping; (b) thrust-open ; (c) perennially-open.
- What is the greatest thing about the place you call home?
È il cielo notturno… un luogo remoto, ma che irradia i suoi bagliori sulla terra scura. È qualcosa di incontenibile. Mi rende nostalgica pensarla così, ma spesso ho avvertito questa sensazione: “uno stagno, uno stagno posso darti per quel cielo che ho dentro”, cioè l’incomunicabilità. Casa mia è decisamente la lacerazione tra quel che si vuole e ciò che si riesce a dare. La cosa migliore? La tensione eterna. È un tendere romantico, disperato, innamorato, affranto verso qualcosa che si desidera, che forse, parafrasando un cantante italiano, Claudio Baglioni, “non è niente”, ma “tutto sta in quel niente”.
La immagino così: io sono l’arciere, l’arco è la mente, la freccia è il cuore, il desiderio profondo.
Senza questa tensione, forse non sarei nemmeno viva. Qualcosa, per rendermi felice, deve rendermi insaziabile.
The night sky, a place far away, whose stars shine upon our dark Earth . It is something uncontrollable. It makes me wistful to think about that, but I often had that feeling of incommunicability, summarised by a sentence I wrote in a poem:
“I can give you only a pond of the sky I have within”.
My home precisely represents the tear between what one wants and what one can give. The best thing? The eternal pulling. It is a romantic, desperate, enamoured, sad pulling towards what you want. This something, quoting the italian singer Claudio Baglioni, “it is nothing”, but “everything lies in that nothing”. I imagine it in this way: I am the archer, the bow is the mind, the arrow is the hearth, the deep desire. Without this pulling, maybe I will not even be alive. Something that makes me happy must also make me insatiable.
- What turns you on creatively?
La musica, un paesaggio, una conversazione, un quadro, una riflessione profonda, oppure un’urgenza immediata, vulcanica. Sono le parole a cercare te. Tu non decidi niente, comandano loro. Hai presente quando devi fare pipì? Un’ermergenza di pari intensità.
The music, a landscape, a conversation, a picture, a deep thought, or a volcanic, immediate emergency. The words look for you, you do not have power on them. It is exactly like when you have to pee.
- What is your favorite word, and can you use it in a poetic sentence?
Credo siano “amore”, “eterno”, “infinito”, “ulteriore”, “uranio” (in ancient greek, “of the sky”). In genere, le parole che non hanno confini.
“Vorrei farmi ragno e camminare
L`infinita tela dei tuoi capelli,
Ché in controluce si fanno d’argento
Come la luna.”
I think that these words are “love”, “eternal”, “further”, “celestial ”. I like words that have no boundaries.
“I would like to be a spider to walk
on the eternal spider web of your hairs
turning silvery in the backlit
as the moon”
- What is your pet peeve?
La crudeltà, figlia dell’ignoranza. Diceva Socrate γνῶθι σεαυτόν, “Conosci te stesso”.
Conoscendo e indagando noi stessi, diventiamo più sicuri e meno dipendenti da ciò che pensano gli altri di noi. Così, poi, non scegliamo di comportarci male per confermare una immagine apparentemente grandiosa di noi al nostro io inscuro.
Cruelty, daughter of Ignorance. As Socrates used to say, “know yourself”. Knowing and investigating who we are, we become more sure of ourselves and less dependent on what the others think of us. As a consequence [of this knowledge], we choose to not behave bad to reinforce an apparently grandiose image of ourselves to our insecure ego.
- What defines Maria Pia Dell’Omo?
Non saprei. Mi sono sentita in tanti modi, ma non mi piacciono le “recinzioni”. Una volta scrissi che avrei voluto essere come acqua e adattarmi alla forma del recipiente che mi avrebbe contenuto. Sfuggire.
Mi piace sfuggire.
È difficile qualcosa mi spinga a restare. Mi piacciono i luoghi dove si respira un clima di armonia e tutto è una carezza. Un posto dove ci si sente al sicuro.
Se proprio dovessi scegliere di de-finirmi, preferirei scegliere le seguenti cose:
– la fede; ho una fede smisurata nell’essere umano
– l’amore; amo quel che conosco e anche l’idea di quel che non conosco
– la vulnerabilità; ho detto, una volta, di me stessa , che sono come la rosa che, ad un solo sguardo, si sente “sfiorata”. In Italiano, è un gioco di significati: “sfiorare” significa “accarezzare”, ma può significare anche “strappare i petali dal fiore”. Non mi pento di questa vulnerabilità. Deriva dal mio amore e dalla mia fede. Chi sceglie di amare il mondo, espone il fianco.
I do not know. I felt in many ways, but I do not like categories. Once I wrote that I would have liked to be as adaptable as water, adapting myself to the shape of my container.
Slip away.
I like to slip away. It is hard that something forces me to stay somewhere.
I like places where everything is harmony and everything is as tender as a caress. A place where everyone can feel safe. If I have to define myself, I would choose the following things:
– Faith: I have a limitless faith in humanity.
– Love: I love what I know, and the hint of what I do not know.
– Vulnerability: once I said about myself that I am like a rose, that feels caressed just with a glance. This is a word play, as in Italian “touch lightly” is “sfiorare”, that could mean either “caressed” or “tearing away the petals of the flower”. I do not regret of being so vulnerable, it is a consequence of my love and my faith. The one who chooses to love the world, expose him/herself.
NOTE FROM THE AUTHOR:
Un sentito ringraziamento a Vincenzo “Davinci” per la traduzione in Inglese e a Paola Napoli, che mi ha concesso di usare questa foto facente parte di un suo progetto delicato, sensitivo, potente.
Thanks to Vincenzo “DaVinci” for the english translation.
Special thanks to Paola Napoli, who gave me the permission to use this photo from a really insightful project of her.
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