La Gora Delle Metamorfosi
written by: Giorgia Spurio
@SpurioGiorgia
Ed è grandine che sboccia sui rami,
e la luna vibra
sul cuore del lago,
triste latrato di pescatori
trasformati in cani
in cerca di padroni
trasformati loro
in neonati.
Ed è freddo, e penso alla tua pelle,
ed è gelo, e penso alle tue parole,
dove mi toccavi con il fuoco del dispiacere
dove il mare partorisce conchiglie deformi.
E mi unisco a loro,
l’abbaiare lontano dell’acqua
immobile, e seguirò l’istinto,
l’odore di te bambino.
Agli dèi dimenticati delle montagne
arrivano fanciulli dormienti,
alle dèe delle vanità
feconde tra il grano e le spighe
e gli occhi, silente la gora
tra le mani d’alghe
lì riposano gli infanti scomparsi,
loro che erano mariti,
loro che erano uomini.
E ti vedrò…
Dove tu non mi riconoscerai,
sarai un bimbo
che avrà il bacio della nebbia
sulle palpebre semichiuse,
lo sguardo dei rami
che lasciano l’autunno,
e vestito d’acqua
sulla pelle l’umidità
ti lascerà lucido il suo mantello.
Ti guarderò,
come la rinascita dei pupi
partoriti come prìncipi
dall’ anoressica memoria,
e non sarai più l’uomo che conoscevo,
quel sussurro di voce
che mi donava l’odio all’abbandono.
Ti guarderò
come dai terrazzi delle case
fanno i gelsomini,
e poi, con la mia ombra
a quattro zampe , con le orecchie lunghe,
da te
mi allontanerò.
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